domenica 28 agosto 2011

Liberarsi dai vecchi legami - PARTE 3 - I nostri pensieri, le idee e i nostri modelli comunicativi

Cari Amici e Amiche,


Come è andata durante la settimana con gli oggetti ? siete riusciti a liberarvene almeno di qualcuno e individuare l'oggetto per voi più "importante" che porterete con voi fino a fine percorso ?


Siamo a Domenica 28 e oggi introduco il tema degli attaccamenti alle idee e al nostro pensiero.






Dopo aver esaminato i nostri possessi, i nostri legami con gli oggetti materiali esterni a noi (vedi post precedente), oggi il nostro punto di riflessione si focalizza sugli "oggetti interiori del pensiero". 


I Pensieri non sono, come comunemente si pensa, qualcosa che è nella nostra testa, ma si organizzano in oggetti (a volte chiamate "forme pensiero") capaci di influenzare totalmente la nostra vita nel "bene" e nel "male". 
Abbiamo visto come con gli oggetti materiali sia possibile un attaccamento così profondo da creare l'illusione che noi siamo ciò che possediamo ma, se osserviamo bene, ci riesce con abbastanza facilità comprende che noi non siamo l'oggetto; la stessa cosa capita con gli oggetti del pensiero: ci identifichiamo così tanto in essi che crediamo che queste forme siano il nostro vero "io". Questo perchè non è facile come con gli oggetti materiali compredere la differenza tra "noi" e il "pensiero" (tanto è vero che questo portò Cartesio a postulare il motto "Cogito, Ergo Sum" - Penso, quindi Sono).
In realtà i pensieri molto spesso hanno una "vita propria" e siamo noi che ci attacchiamo a loro facendoli "nostri". 

Questo processo è del tutto naturale, non è sbagliato in sè, ma a volte ci agganciamo a pensieri che non ci portano al benessere e alla felicità a cui tutti aspiriamo.
Ricollegandoci ad un esempio del post precedente, dove cerchiamo nell'accumulo di oggetti la nostra felicità, comprando un oggetto dopo l'altro (così si è dato vita al consumismo dilagante della nostra società), dietro questo desiderio di possedere gli oggetti c'è sicuramente un pensiero che è tipico della società in cui viviamo e che abbiamo fatto nostro: la ricchezza si misura con quanto possiediamo. Tanto è vero che anche il saggio detto popolare "i soldi non fanno la felicità" è stato modificato con espressione del tipo "i soldi non fanno la felicità però aiutano", oppure recentemente una famosa pubblicità della Master Card - ".... per tutto il 
resto c'è mastercard".






Qualche tempo fa mentre cercavo del materiale su internet ho trovato queste parole che mi fecero riflettere:

Vigila sui tuoi pensieri perchè diventeranno le tue parole.
Vigila sulle tue parole perchè diventeranno le tue azioni.
Vigila sulle tue azioni perchè diventeranno le tue abitudini.
Vigila sulle tue abitudini perchè diventeranno il tuo carattere.
Vigila sul tuo carattere perchè influenzerà il tuo destino!

Cosa possiamo fare allora ? Come sempre rendersi consapevoli  di ciò che pensiamo e riuscire a creare il distacco, lo spazio per osservare i pensieri che abbiamo fatto nostri. Comprendere come i pensieri ci influenzano e se è quello che vogliamo per noi stessi.

Se i pensieri si traducono in parole e poi in azioni, cosa può succedere se io ho fatto mio il pensiero:  "Solo i disonesti sono ricchi (economicamente)"?  Sicuramente tradurremo in parole il disagio che proviamo verso le persone ricche magari "attaccandoli" o "sentendoci vittime" della situazione, ma la cosa che ancora più ci condiziona con questo pensiero è che se il nostro desiderio di benessere economico è molto forte ci può portare a diventare "disonesti" o in alternativa ci potrebbe portare a vivere una vita in ristrettezza economica pur di non toccare il nostro senso di onestà.
Ora la domanda che mi sorge è la seguente: questa persona dell'esempio è povera davvero per "colpa" del sistema che fa diventare ricchi solo i disonesti o lo è in quanto si è agganciata inconsapevolmente a un'idea che l'ha portata a fare determinate scelte nella sua vita?

Ciò che propongo in questo punto di riflessione del nostro viaggio è un proprio una scoperta di quali idee, di quali pensieri comunemente ci guidino nelle azioni di tutti i giorni, nella nostra vita, e di conseguenza valutare se non sia meglio adottarne un'altra. 

In questo processo è essenziale creare una distanza tra la nostra vera essenza e i nostri pensieri, e da sempre in tutto il mondo sono state codificate tecniche, strumenti che portano a questo risultato. 

Io vi propongo una tecnica molto semplice che è la seguente: 



- Troviamo uno spazio dove per un po' possiamo essere indisturbati, spegniamo i cellulari, il pc e creiamo uno spazio confortevole dove porter stare un po' con noi stessi. A tale scopo è possibile utilizzare anche candele e  incensi  naturali.

- Sediamoci a terra con le gambe incrociate e manteniamo la schiena dritta: la colonna vertebrale verticale è essenziale. Comprendendo che non tutti si trovano seduti comodi a terra con le gambe incrociate e che il rilassamento del corpo è essenziale al processo, si può utilizzare anche una sedia con le piante dei piedi ben piantati a terra e la schiena staccata dallo schienale e in posizione eretta.

- Semplicemente focalizziamoci sul respiro seguendo l'aria che entra e l'aria che esce. Sarà NORMALE che dopo poco arrivi un pensiero e noi cominciamo a seguirlo, quando ce ne accorgiamo semplicemente con estrema naturalezza e dolcezza riportiamo la nostra attenzione all'aria che entra e l'aria che esce. 

Può sembrare una tecnica poco stimolante (alla mente non piacciono le cose poco stimolanti) ma la sua forza è proprio di riuscire a creare quello spazio in cui ci accorgiamo che stavamo pensando e riportare l'attenzione al respiro. Con la pratica costante di questo esercizio impariamo a osservare i pensieri che scorrono come acqua in un ruscello, senza farci trascinare via da essi.

Qualche indicazione utile: questa pratica deve essere quotidiana: secondo la tradizione sono consigliati almeno 24 minuti al giorno, ma anche questo è un allenamento e vi suggerisco di iniziare con 5 minuti al giorno e aumentare pian piano.
Per non avere problemi e pensieri su "quanto tempo è passato?", "saranno passati 5 minuti?" mettete una sveglia che suoni (magari dolcemente) al tempo prestabilito (se utilizzate il cellulare come sveglia ricordatevi di spegnerlo o quanto meno di togliere la suoneria).

Questa è una pratica quotidiana che vi consiglio di eseguire con costanza nel tempo, al di là dell'esercizio.

Proseguendo con l'esercizio, dopo aver fatto i 5 minuti precedenti: 

- prendiamo il nostro diario di viaggio e cominciamo a scrivere i pensieri a cui secondo noi ci siamo attaccati. Per facilitare il compito questi sono alcuni ambiti dove più comunemente incontriamo idee e pensieri che possono portarci a sperimentare forti sofferenze nella vita:

- soldi e ricchezza
- relazioni
- lavoro
- situazione abitativa
- società
- politica
- uomini/donne
- benessere, salute
- sicurezza
- possesso

- Questi della lista sono alcuni esempi, ma può essere ampliata a piacimento e vi invito a condividere altri argomenti.
Come poter fare? basta chiedersi "COSA PENSO SUI SOLDI?" e annotarsi tutte le frasi che ci arrivano in mente. Possono anche solo essere parole, ad esempio: "sporchi", "pochi", "il male del mondo" ecc..
Una volta esaurite ciò che ci arriva in mente facciamo un riesame di quello che abbiamo scritto: è quello che, su quell'argomento, giuda le nostre azioni!

- Alla fine della vostra lista di argomenti, tutto quello che SCEGLIAMO non ci rappresenti più scriviamolo su un foglio pulito sia davanti che dietro. 

E anche per questa settimana è arrivato il tempo di salutarci, ricordando a tutti che potete contattarmi tramite Commento su questo blog dove sarò felice di rispondervi, su Facebook o tramite l'email percorsidiconsapevolezza@gmail.com

Un abbraccio a tutti i compagni e le compagne di viaggio,

Simone

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