giovedì 13 ottobre 2011

Liberarsi dai vecchi legami - PARTE 9 - L'istruzione, filosofie di vita

Cari amici,


volevo scusarmi se scrivo solo oggi invece di pubblicare come da programma la domenica, ma sono stato assorbito da un meraviglioso seminario sulla via del sogno condotto da Nomad WinterHawk presso il centro olistico Soben .


Ma nonostante questo ritardo, eccomi qui pronto con un nuovo appuntamento di questo percorso che tra non molti giorni arriverà alla fine.


Prima di tutto ricordo a chi vorrà partecipare al rituale di chiusura dal vivo di questo percorso, di farmi sapere il più presto possibile per organizzarmi al meglio.


Inoltre mi hanno richiesto se è possibile partecipare al rito anche se non si è partecipato al percorso, quindi ho deciso di aprirlo a tutti coloro che vogliano un'opportunità per lasciar andare via la vecchia zavorra.


Ma arriviamo ad oggi: il nostro percorso ci porta a valutare la nostra istruzione e le nostre filosofie di vita.






Questo sarà un post particolare in quanto non ci saranno esercizi, ma è un semplice invito ad una riflessione.


Tutti noi crescendo riceviamo un'istruzione, passando nella scuola, nella religione e nella società e questa istruzione via via non fa altro che definire noi stessi all'interno della società in cui viviamo, arrivando a volte a creare un profondo attaccamento tanto che finiamo per scambiare noi stessi per quello che abbiamo "studiato". 
Un esempio possono quelle persone che si identificano cosi tanto con un lavoro da dimenticare che è solo un lavoro, una passione, ma non siamo affatto noi stessi.






Indossare queste maschere e dimenticarsi di averle indossate spesso è alla base di tantissimi conflitti, tantissime incomprensioni, perchè se non sono più in grado di riconoscere che quelle sono solo maschere, ruoli che indosso per svolgere una funzione, non sono più in grado di osserva l'altro diverso da me e accettarlo. 
Da questo ci troviamo spesso a osservare un'altra persona e a creare un pregiudizio basato su il suo ruolo: ed è così che un manager si sente più importante di una persona che fa il tecnico dimenticando che sia il manager che il tecnico sono solo lavori e non persone, che dietro le maschere da tecnico e da manager c'è un'essere umano.
Pensiamo quanto odio, quanta sofferenza si crea per questa semplice dimenticanza, quanti conflitti per questioni "religiose" che sarebbe meglio chiamare IRRELIGIOSE visto che religione viene da religo che significa "unire".


Addirittura si sono create delle identificazioni con la quantità di istruzione che abbiamo appreso : "io sono laureato invece lui è solo uno con la terza media, che ne vuole sapere?". Sembra quasi che l'intelligenza si misuri in base al grado di istruzione.


L'intelligenza è la nostra capacità di interpretare la vita il mondo, e non è in base al grado di istruzione che si possa calcolare l'intelligenza: spesso gli studi non insegnano affatto ad essere intelligenti ma confinano le menti delle persone in solide gabbie fatte di informazioni che ricordiamo a memoria e che difficilmente utilizziamo in modo intelligente. Proprio cosi spesso scambiamo l'intelligenza con la memoria.


L'intelligenza al contrario della memoria (che è un accumulo di dati) è una funzione dell'essere umano che gli permette di interpretare il presente, il qui ed ora, e RISPONDERE con creatività. 
Ovviamente gli studi e le informazioni sono importanti, diventano la base da cui possiamo attingere per creare la nostra vita, ma quando diventano una gabbia e non ci permettono di pensare al di fuori di essi allora perdono tutta la loro funzionalità diventando addirittura nocivi. 






Ho trovato molto interessanti queste parole di Osho sull'argomento dell'intelligenza:



L’infelicità non richiede talenti, tutti possono permettersela.
La felicità invece richiede talenti, genialità e creatività.
Solo le persone creative possono essere felici.

Lascia che questa realtà penetri in profondità nel tuo cuore: solo le persone creative sono felici. La felicità è un derivato della creatività. Crea qualcosa e sarai felice. Crea un giardino, fa’ in modo che il giardino sbocci e qualcosa sboccerà in te. Crea un dipinto e qualcosa inizierà a crescere in te, di pari passo con la crescita del tuo quadro. Quando la tua creazione giungerà al termine, quando darai gli ultimi ritocchi, ti accorgerai di non essere più la stessa persona. Darai gli ultimi ritocchi a qualcosa di nuovo sorto nel tuo essere.

Scrivi una poesia, dispiega un canto, danza e osserva: cominci a diventare felice. L’esistenza vi ha dato solo un’opportunità: essere creativi – la vita è un’opportunità per essere creativi.
Se sarete creativi, sarete felici.
Quando vuoi scalare una montagna per raggiungere la sua cima più elevata, il tuo compito è arduo. Quando avrai raggiunto la vetta e ti sdraierai a sussurrare con le nuvole, ammirando il cielo, la gioia colmerà il tuo cuore: proverai la stessa gioia ogni volta che raggiungerai una qualsiasi vetta di creatività.

Per essere felici bisogna essere intelligenti e l’uomo viene educato a non sviluppare la propria intelligenza. La società non vuole che nell’uomo sbocci l’intelligenza.

La società non ha bisogno di intelligenza: di fatto ha paura dell’intelligenza. La società ha bisogno di persone stupide.

Come mai? Perché gli stupidi possono essere manipolati. Le persone intelligenti non sono necessariamente obbedienti – possono obbedire o possono non obbedire. Ma la persona stupida non può disobbedire: è sempre pronta a ricevere ordini. La persona stupida ha bisogno che qualcuno le dia degli ordini, perché non ha l’intelligenza sufficiente per vivere in modo personale. Vuole che qualcuno la diriga, è costantemente alla ricerca del proprio tiranno.

I politici non vogliono che l’intelligenza accada nel mondo, neppure i preti lo vogliono e neppure i generali. In realtà nessuno lo vuole! La gente vuole che tutti rimangano nella stupidità: in modo che tutti rimangano obbedienti e conformisti, in modo che nessuno esca dal seminato e faccia sempre parte della massa – affinché tutti si lascino controllare, manipolare e gestire.
La persona intelligente è ribelle. L’intelligenza è ribellione. La persona intelligente sceglie in modo autonomo se dire sì o se dire no.





Tutti noi abbiamo dei campi dove queste identificazioni con ciò che abbiamo studiato, con la religione e la spirituralità, sono più forti e spesso dimentichiamo che dietro ogni maschera c'è un'essere umano con i suoi talenti e i suoi difetti, con le sue diversità, con la sua unicità.






Ogni Essere Umano è un evento unico e irrepitibile, non esistono e non esisteranno mai due persone uguali.


L'invito è proprio alla riflessione di chiedersi in cosa sono rigido nelle mie convinzioni tanto da non accorgermi che di fronte a me c'è un altro essere umano?


Cercando di ricordarsi che ogni lavoro, studio, istruzione o via spirituale che percorriamo è soltanto una maschera che come un attore indossiamo per recitare un ruolo, ma l'attore non è il personaggio sul palco, è un Essere Umano e come tale va considerato.


Un abbraccio,


Brave

Nessun commento:

Posta un commento